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11-Maggio-2015

- PANE AL MONDO - A ROMA LA MOSTRA DIFFUSA DI CHIARA DYNYS

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L’arte si fa ambasciatrice a Roma dei temi suggeriti da Expo 2015, dedicato al cibo e alla nutrizione. E lo fa per voce di una delle sue interpreti più sensibili: Chiara Dynys, tra le artiste italiane più note e apprezzate sulla scena internazionale. Protagonista con "Pane al mondo" di una vera e propria mostra diffusa, che dal 14 maggio al 28 giugno tocca in contemporanea tre luoghi simbolo della Capitale. Il quartier generale della FAO, organismo delle Nazioni Unite che si occupa delle politiche alimentari su scala globale; il palazzo della Farnesina, sede di quel Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale scelto come punto di riferimento diplomatico dai 147 Paesi ospiti di Expo; e il Museo Bilotti, spazio espositivo che il Comune di Roma destina in modo privilegiato all’arte contemporanea.

È proprio il Museo Bilotti ad essere fulcro dell’iniziativa, accogliendo negli spazi dell’Aranciera di Villa Borghese tre grandi opere installative collegate da Chiara Dynys al concept di Expo. Partendo proprio da "Pane al mondo", opera che dà il titolo all’intero progetto: un’installazione ambientale propone 364 diverse forme di pane in alluminio e in dimensioni variabili, poggiate su un tappetto ellittico istoriato con l’immagine del planisfero. Nasce una riflessione sulle emergenze alimentari, sulle disparità tra i Paesi più ricchi e gli altri: con il cibo, trattato come oggetto prezioso, a schiacciare il mondo. Il pane pesa allo stesso modo su ogni Paese, figurando come l’indigenza dei più poveri sia prima o poi destinata a ricadere anche su chi oggi è più fortunato.

Strettamente connesso al cibo è il concetto di sostenibilità ambientale. Da qui la scelta di esporre Poisoned Flowers, serie di fiori fantastici sbocciati in un ideale giardino dell’Eden. Si tratta di immagini reali, fotografate dall’artista, che attraverso il ricorso alla stampa lenticolare appaiono e scompaiono davanti allo spettatore, accentuando l’effetto onirico dell’insieme. L’Accampamento dei fiori, sorta di traduzione tridimensionale di questo lavoro, è costituito invece da diverse "tende" realizzate in fusioni di metacrilato, all’interno delle quali sono appoggiate coppie di fiori che svaniscono nel loro stesso colore, quasi fossero fantasmi.

Il rapporto con la luce gioca un ruolo chiave per Dynys; e proprio la luce, considerata come elemento plastico, è al centro dell’opera che completa la mostra al Museo Bilotti. Tenda di luce propone una riflessione sul tema della casa, al tempo stesso serra e nido, permeata da una benaugurale aura di sogno.

Il progetto espositivo prosegue con l’installazione di due differenti versioni di Pane Al Mondo in altrettanti luoghi simbolo delle relazioni internazionali e della volontà, da parte dell’Italia e degli altri Paesi ospiti di EXPO 2015, di fare rete condividendo filosofie e buone pratiche. Una delle opere troverà spazio – nelle prossime settimane, in data da definirsi – presso il quartier generale della FAO, che da sempre ha scelto di inserire una spiga di grano nel proprio logo e che fonda la propria attività proprio sul motto latino fiat panis, dunque sia pane. Un legame concettuale fortissimo, che Dynys simbolizza poggiando una spiga metallica, protetta da una sfera di vetro, sopra un tappetto raffigurante il planisfero; sintetizzando così in una forma artistica la missione stessa della FAO, chiamata a elaborare politiche che garantiscano l’accesso diffuso al cibo. Dunque a proteggere, preservare, conservare il cibo stesso a beneficio dell’umanità.
Il palazzo della Farnesina, sede del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale oltre che di una prestigiosissima collezione pubblica di opere d’arte, ospita infine la terza versione di Pane Al Mondo, accessibile al pubblico su prenotazione in occasione delle speciali giornate del calendario di Farnesina Porte Aperte, iniziativa in programma dal 22 al 28 maggio prossimi, che vede il Ministero condividere i propri beni artistici e culturali con la collettività. Il tappeto che riproduce il globo terrestre sorregge però, nel caso di questa particolare evoluzione di Pane Al Mondo, sei forme di pane in bronzo, modellate seguendo esemplari dedotti dall’iconografia classica: introducendo quindi nella riflessione d’artista la dimensione temporale, nel riferimento al pane stesso come simbolo trasversale e unificante, capace di accomunare civiltà e culture tra loro solo apparentemente distanti.

La mostra è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. I Servizi Museali sono di Zètema Progetto Cultura.

Chiara Dynys è oggi una delle artiste italiane più conosciute e apprezzate nel mondo. Sin dall'inizio della sua attività, nei primi anni Novanta, ha agito su due filoni principali, entrambi riconducibili ad un unico atteggiamento nei confronti del reale: identificare nel mondo e nelle forme la presenza e il senso dell'anomalia, della variante, della "soglia" che consente alla mente di passare dalla realtà umana ad uno scenario quasi metafisico. Per fare questo utilizza materiali apparentemente eclettici, che vanno dalla luce al vetro, agli specchi, alla ceramica, alle fusioni, al tessuto, al video e alla fotografia.

Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in importanti musei e istituzioni culturali pubbliche e private, come il Centre d’Art Contemporain di Ginevra (1996), l’Expression Centre d’Exposition di Saint Hyacinthe (Canada, 1997), il Museo Cantonale, Ala Est, Lugano (2001); il Museum Bochum (2003), il Kunstmuseum di Bonn (2004), il Wolfsberg Executive Development Centre (2005), la Rotonda di via Besana a Milano (2007); il Museo Bilotti a Roma (2008), Palazzo Reale a Milano (2008); lo ZKM – Museum für Neue Kunst di Karlsruhe (2009), l’Archivio Centrale dello Stato di Roma (2010); il CIAC di Foligno (2010); il Gerish-Stiftung di Amburgo (2013); il Museo Poldi Pezzoli di Milano (2013); la Galerie Hollenbach di Stoccarda (2014); la Galleria Luca Tommasi di Milano (2015); M77 Gallery di St. Moritz (2015).

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