S.I.A.E.C.M. - Progetto per la Cultura della Sicurezza sul Posto di Lavoro 

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SIAECM Salute e Sicurezza sul Lavoro -  Intervista esclusiva

INTERVISTA
AL  PRESIDENTE MARCO FABIO SARTORI

Entro 3 anni l'INAIL sarà asse portante
nel “Polo della Sicurezza e della Salute”


Più qualità nei servizi erogati, ma contenimento della spesa

SIAECM per il Progetto Cultura della Sicurezza intervista Marco Fabio SARTORI

 Non ha davvero dubbi il presidente e commissario dell'INAIL, Marco Fabio Sartori: il mio obbiettivo dichiarato – dice in sintesi in questa intervista concessaci - è quello di fare dell'INAIL un vero e proprio “consulente globale della sicurezza e della prevenzione” sui luoghi di lavoro, con una definizione precisa del ruolo dell'Istituto negli ambiti dell'assicurazione, della prevenzione e della riabilitazione. Una volta raggiunto questo obbiettivo, l'INAIL – sostiene ancora Sartori - sarà un vero e proprio asse portante all'interno di quel “Polo della Sicurezza e della Salute” (comprendente tutti gli “attori” istituzionali e strategici in questa materia) che sarà, entro tre anni, il punto di approdo della riforma degli enti previdenziali disegnata dall'apposita Commissione bicamerale.

Prima la legge 626 e, poi, il Testo Unico della legge 81 (con le integrazioni ed i “ritocchi” che il governo ha apportato). A suo parere, presidente Sartori, la normativa italiana in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro è oggi al passo con i mutamenti della società, oppure ha ancora un considerevole pezzo di strada da percorrere?
La normativa prevenzionale è fondamentalmente completa e la legge 626 si può considerare ormai pienamente recepita. Il decreto 81 tende a declinare quegli stessi principi in modo che siano efficaci ed effettivi anche in una società e un mercato del lavoro radicalmente cambiati come quello italiano di questi ultimi anni. Il problema è l'effettività delle norme e la loro applicazione effettiva.

Nell'intervista concessaci, il professor Saporito lancia, da giurista, la proposta di metter mano alla stesura di un “Codice della Sicurezza sul Lavoro”. Bene la “81”, – afferma Saporito – ma occorre andare oltre, occorre arrivare al Codice; perché – spiega – lo strumento Codice ha il vantaggio di fornirci “una sola norma che riguarda tutta la materia in oggetto. Insomma, è l'ultimo definitivo strumento in materia di certezza del diritto” . Qual è, presidente, la sua opinione al riguardo?
Anche il decreto legislativo 81 non è davvero di un Testo unico, nel senso che non si tratta di un provvedimento esaustivo, quanto piuttosto di un …unico testo, in cui confluisce una parte della disciplina in materia di prevenzione, un tema che già ora prevede una regolazione complessa e che tocca trasversalmente un'infinità di soggetti e campi disciplinari contigui. L'idea di un codice è molto interessante, ma – realisticamente - quello che si finirebbe per realizzare è un nuovo testo meramente compilativo, una sorta di nuova raccolta delle disposizioni in materia di prevenzione e sicurezza. Ciò di cui ci sarebbe veramente bisogno piuttosto è un Codice degli appalti, il settore dove si annidano i rischi peggiori.

“Fare dell'INAIL il consulente globale
della sicurezza e prevenzione sul lavoro ”

Ma torniamo al Testo Unico della “81”. La sua introduzione ha, a suo parere, favorito o meno la mission dell'INAIL? E soprattutto: secondo quali linee l'INAIL sta attuando o si appresta ad attuare tutta questa serie di nuove norme, particolarmente sotto l'aspetto dell'azione di prevenzione degli infortuni sul lavoro?
I cosiddetti “ritocchi” hanno portato più INAIL nel Testo unico per la sicurezza e soprattutto si conferma il modello della "presa in carico" avviato nel 2000: quella modalità di intervento che accompagna chi ha subito un incidente sul luogo di lavoro durante l'intero percorso di riabilitazione e reinserimento professionale. Grazie alla nuova norma l'INAIL potrà svolgere una funzione di maggior rilievo nel sistema di tutela sociale e un ruolo più ampio nell'integrazione dei servizi forniti dal Sistema Sanitario Nazionale. Le  prestazioni INAIL potranno includere infatti anche l'assistenza sanitaria riabilitativa non ospedaliera, che ha un ruolo essenziale dopo un incidente sul lavoro.
Inoltre il Testo Unico ha consolidato i compiti affidati all'INAIL in materia di formazione e informazione, consulenza e assistenza alle imprese, finanziamento di progetti di adeguamento, finanziamenti in materia di ricerca su malattie professionali e infortuni sul lavoro, erogazioni di prestazioni sanitarie in coordinamento con il Servizio Sanitario Nazionale.
Per un altro verso il provvedimento sottolinea anche il ruolo dell'Istituto nella repressione dei comportamenti gravemente contrari ai principi della sicurezza sul lavoro, prevedendo che i pm debbano dare immediata notizia all'Istituto dell'esercizio dell'azione penale in caso di infortunio e malattie professionali, per consentire la costituzione di parte civile e l'avvio dell'azione di regresso.
Rimane irrisolto il tema, per altro conseguenza pressoché inevitabile dei problemi di bilancio complessivo dello Stato e della crisi finanziaria, di una qualche rigidità nella disponibilità delle risorse che l'INAIL può impiegare per l'assolvimento di questi compiti e più in generale per affrontare con incisività un'azione di prevenzione efficace, sistematica, istituzionalmente riconosciuta.

Alla luce di tutto questo, come riassumerebbe, presidente Sartori, le strategie dell'INAIL al fine di rendere ancora più efficace la sua azione di principale struttura pubblica per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro?
Con uno slogan, potrei dire che voglio fare dell'INAIL non solo un'assicurazione, ma un vero e proprio consulente globale della sicurezza e della prevenzione sui luoghi di lavoro.
Più concretamente, tramontata l'ipotesi di un super Ente previdenziale, ipotesi cui non ho mai creduto, uno dei compiti più importanti cui dovrà rispondere la riorganizzazione del sistema italiano sarà proprio la definizione precisa del ruolo dell'INAIL negli ambiti dell'assicurazione, della prevenzione e della riabilitazione.
Si tratta, in sintesi, di focalizzare nel modo più efficace possibile le fasi essenziali del nostro lavoro in un unico sistema. E' un'opera di costruzione che impone un confronto sia sugli aspetti che riguardano la ricerca e la formazione - in particolare sul ruolo dell' ISPSL - sia sulla parte sanitaria e, quindi, con le Regioni che sono titolari di parte di questi compiti. E' un contesto già previsto proprio dalle innovazioni recentemente introdotte nel Testo Unico.

“Incrementare il meccanismo d'incentivazione
alle imprese più
“virtuose” in fatto di sicurezza ”

Si sfonda la classica porta aperta affermando che, anche in tema di salute e di infortuni, l'attenzione viene rivolta principalmente e prioritariamente ad un'azione di prevenzione la più efficace possibile, in modo da contenere al massimo i “costi” (prima di tutto umani, ma oltretutto anche materiali) della tragedia delle “morti bianche” e del dramma delle invalidità più o meno gravi causate dagli infortuni sul lavoro. Qualcuno sta addirittura già parlando della possibile introduzione per legge di una sorta di “bollino” che certifichi, per ogni singola azienda, la qualità del suo comportamento in fatto di tutela della salute dei propri dipendenti e di prevenzione degli infortuni. A suo parere, presidente, è questa una strada in qualche modo utile e percorribile?
Una strada che è già percorsa dal decreto legislativo 81 con frequenti riferimenti alle norme UNI, alle buone prassi e ai sistemi di gestione della sicurezza.
Non a caso il decreto 81 ha preso forme di coordinamento e di integrazione tra INAIL e ISPESL, con la precipua finalità di realizzare un efficace contributo all'elaborazione delle norme tecniche in materia di salute e sicurezza che costituiscono un punto di riferimento essenziale per una “certificazione” delle imprese.

Il contributo che viene oggi versato per legge all'INAIL è uguale per ogni azienda. Tutto sommato, possiamo considerare questo contributo alla stregua del premio che ognuno di noi paga, ad esempio, per la polizza assicurativa della propria auto. Tornando agli infortuni sul lavoro ed al concetto del “bollino” precedentemente esposto, non ritiene, presidente Sartori, che si possa ipotizzare una sorta di “bonus malus” anche sui contributi che le aziende versano all'INAIL? Vale a dire che le aziende più “virtuose” in tema di sicurezza sul lavoro verrebbero premiate con un incentivo, identificabile in una riduzione dei contributi da versare all'INAIL.
Per la verità, i contributi versati dalle imprese all'INAIL non sono assimilabili al premio che ciascuno di noi versa per l'assicurazione della propria auto. La misura dei contributi è, infatti, fissata per legge e non c'è un rapporto diretto tra contribuzione versata e prestazioni erogate, proprio per la funzione sociale della tutela antinfortunistica che è di rilevanza costituzionale.
Un meccanismo di bonus malus già esiste, perché l'onere delle singole imprese tiene conto per legge (decreto 38/2000) dell'andamento infortunistico e degli interventi di adeguamento delle misure di prevenzione poste in essere dalle imprese.
Intenzione dell'INAIL è quella di accentuare questo meccanismo di oscillazione per incentivare maggiormente le imprese “virtuose”. Ovviamente nei limiti consentiti dal rispetto dei saldi di finanza pubblica.

Marco Fabio Sartori a colloquio con il Presidente della Repubblica

“Le quattro grandi aree tematiche
per aumentare gli
standard qualitativi ”

Nella scorsa legislatura, la Commissione bicamerale per la riforma degli enti previdenziali ha individuato, in tema di strutture di servizi, una serie di sinergie da attuare tra tutti gli enti previdenziali. Sinergie che, tra l'altro, porteranno al bilancio dello Stato un risparmio calcolato in 3 miliardi di euro nell'arco di dieci anni. Proprio per questo, ogni ente previdenziale deve presentare il proprio “Piano Industriale”. Può illustrarci, presidente, quali sono le linee-guida del Piano Industriale dell'INAIL?
Si tratta di una proposta coerente con il mandato commissariale e che responsabilizza tutte le parti sociali puntando alla costruzione di un grande polo della sicurezza e della salute caratterizzato, da una parte, da un'offerta di servizi più efficienti a favore della comunità e, dall'altra, da un contenimento dei costi e da una riduzione degli sprechi.
L'asse fondamentale del piano è rappresentato dallo sviluppo di un grande polo della sicurezza e della salute che comprenda tutti gli attori istituzionali strategici in materia. A partire da ISPESL.
Il miglioramento delle prestazioni generali e degli standard qualitativi si tradurrà operativamente lungo quattro aree tematiche: prevenzione, cura, riabilitazione/reinserimento e tutela assicurativa. Dobbiamo cercare di potenziare in ogni modo tutti gli asset e le eccellenze interne, che rappresentano il grande patrimonio dell'Istituto: dalle pubblicazioni, di grande interesse scientifico, alle risorse disponibili per la ricerca. Pensiamo anche alla promozione di brevetti INAIL: le potenzialità per farlo ci sono.
Altro punto strategico è la valorizzazione del patrimonio mobiliare e immobiliare dell'Istituto. Dobbiamo tornare a investire: attività che per l'INAIL ha un esclusivo valore sociale. In un momento congiunturale difficile come quello che l'Italia sta attraversando, sarebbe un segnale anti-ciclico importante. Per farlo, il piano industriale prevede la promozione di uno strumento specifico: una società per la gestione del risparmio che ci faccia fare un salto di qualità e nella quale convogliare, innanzi tutto, gli immobili a reddito. La natura privata del fondo consentirebbe più snellezza operativa, ma la proprietà resterebbe comunque al 100% dell'INAIL.
Infine, vogliamo puntare su un rapporto più stretto e sinergico con le aziende - in particolare le piccole e medie imprese, caratterizzate da un più alto rischio infortunistico - e sul potenziamento della presenza territoriale dell'Istituto: una presenza che potrebbe diventare - pur a fronte di razionalizzazioni - più capillare magari se organizzata, là dove possibile, in collaborazione con privati (dalle associazioni ai patronati).
Il piano non prevede esuberi di personale e sarà operativo nel giro del prossimo triennio. Lo sviluppo delle sinergie con gli altri istituti - per esempio, le future case del welfare - e le possibili concentrazioni funzionali del polo sicurezza permetteranno notevoli risparmi di spesa e un forte recupero di efficienza.
Nel medio e lungo periodo, infatti, i costi di struttura diminuiranno sensibilmente e potranno essere realizzati interventi virtuosi sia per quanto riguarda la gestione patrimoniale che immobiliare. Da questo punto di vista, il contributo dell'INAIL - sul totale dei 3,5 miliardi di risparmi attesi dal governo nei prossimi dieci anni dall'intero sistema previdenziale del Paese - potrebbe essere significativo. Senza compromettere, ma anzi incrementando notevolmente, la qualità dei servizi per i cittadini.

Attualmente, ogni ente previdenziale ha un sistema di governo interno per così dire duale: il Consiglio di Amministrazione ed il Consiglio di Indirizzo e di Vigilanza. Lei ritiene, presidente Sartori, che questa sistema duale nella governance sia funzionale o che invece vada modificato?
Il coinvolgimento delle parti sociali nell'elaborazione delle strategie dell'Istituto rappresenta un valore da garantire anche in vista della possibile evoluzione del modello di governance.
Il lavoro che ci attende non potrà prescindere da un rapporto di stretta collaborazione tra gli organi di vertice, a partire dal confronto sulle linee guida del nuovo piano industriale. La collaborazione è alla base di qualunque buon risultato e deve essere perseguita valorizzando le diverse competenze: proprio nella distinzione tra poteri di gestione e poteri di indirizzo e vigilanza si potranno perseguire e raggiungere quei risultati che l'intero Paese si aspetta.


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 Ultimo aggiornamento 15/11/2009
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