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8-Giugno-2013

Dolore e Sonno

Invito alla discussione


Curiosamente, in alcune sindromi dolorose gli attacchi cessano nel sonno mentre in altre sono addirittura più frequenti.

Prendiamo ad esempio due classiche condizioni di dolore al volto: la nevralgia trigeminale e la cefalea a grappolo.

La nevralgia trigeminale è caratterizzata da attacchi improvvisi, della durata di alcuni secondi, ma molto intensi, che vengono più spesso descritti dai pazienti come “scosse elettriche”, qualche volta come “pugnalate” o altro, ma sempre con descrittori che comunque denotano intensità e brevità.

Gli attacchi possono essere spontanei o evocati da stimoli al volto del tutto innocui, come asciugarsi, struccarsi, insaponarsi, radersi, masticare, parlare. Anche un semplice tocco o un soffio d’aria possono essere sufficienti. Forse i due meccanismi grilletto più curiosi riguardano l’asciugarsi (il paziente impara che se appoggia e comprime l’asciugamano sul volto, senza strofinarsi, evita l’attacco) ed il parlare (il paziente impara che l’attacco è innescato dalla pronuncia di specifici fonemi, sicché parla in modo strano, evitando accuratamente di pronunciare la t o la d, per esempio).

La nevralgia trigeminale è causata da una lesione meccanica della radice trigeminale poco prima del suo ingresso nell’encefalo. Spesso si tratta di una piccola arteria che pulsa contro le fibre nervose, causando l’assottigliamento e poi la perdita, per un piccolo tratto, della guaina mielinica, che avvolge le fibre nervose fungendo da isolante. In quel punto le fibre nervose diventano ipereccitabili e generano raffiche di segnali in alta frequenza, che il cervello percepisce appunto come scosse elettriche.

Gli attacchi, che tipicamente si possono presentare molte volte al giorno, cessano durante il sonno.

La cefalea a grappolo è una sindrome dolorosa del volto, su base vasomotoria, cioè causata da errori dei riflessi vasomotori, con eccessiva vasocostrizione ed eccessiva vasodilatazione.

Il modo in cui si presenta è peculiare. Il paziente avverte dolore nell’occhio e/o dentro lo zigomo, poi il dolore si estende anche all’arcata dentaria superiore e verso l’orecchio, sempre però da un lato solo del volto. L’occhio si arrossa e lacrima profusamente.

Qualche volta la palpebra superiore si abbassa e può comparire un lieve gonfiore.
Alla fine della crisi dolorosa, sorprendentemente, il naso sembra stapparsi e dalla sola narice del lato doloroso cola abbondante un liquido simile ad acqua.

La durata degli attacchi può variare tra 20 minuti ed un paio d’ore. Peculiare è il decorso nella vita. Il nome “a grappolo” deriva dal fatto che gli attacchi si presentano in grappoli di due,tre al giorno per qualche settimana, dopodiché tutti i disturbi scompaiono, con lunghe pause di molti mesi o alcuni anni.

Al contrario della nevralgia trigeminale, gli attacchi della cefalea a grappolo compaiono frequentemente di notte (sempre alla stessa ora) causando il risveglio del paziente.

In entrambi i casi il dolore può essere terribile, con, nei pazienti refrattari alla terapia, casi di suicidio.

Resta il mistero del perché l’una cessi e l’altra compaia nel sonno.

Si direbbe che gli esperti siano a corto di idee.

Se vi viene in mente un’ipotesi, per quanto strana, scrivete al sito: questa é la mia opinione

a cura del
Prof. Dr. Giorgio Cruccu
Direttore del Dipartimento
di Neurologia e Psichiatria
Sapienza Università di Roma

courtesy by
SONNOREM
CENTRO PER LA DIAGNOSI E LA TERAPIA DEI DISTURBI DEL SONNO E DELL'ANSIA
2013 www.sonnorem.it

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