Disposizioni legislative per la prevenzione degli infortuni professionali. La realtà piemontese

Home page

È a tutti noto (o dovrebbe esserlo) che il  Dlgs 626/94 e le successive integrazioni quali il decreto del 2/5/2001 relativo ai “Criteri per l’individuazione e l’uso dei dispositivi di protezione individuale”, e al seguito le numerose circolari ministeriali, hanno contribuito a favorire una significativa maturazione nel campo della sicurezza sul lavoro soprattutto in ambito sanitario.

Una crescita “civile e responsabile” sia dal punto di vista culturale che materiale che ben si evidenzia nella sensibilità verso l’uso costante dei dispositivi di protezione individuale.

Infatti l’art. 4 del Dlgs della 626/94 che fa  riferimento al datore di lavoro e in sub-ordine al dirigente e/o alla figura preposta, al comma 2 recita: “All’esito della valutazione di cui al comma 1, il datore di lavoro elabora un documento contenente: …b) l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione e dei dispositivi di protezione individuali, conseguente alla valutazione…”

Il Titolo IV del medesimo testo è dedicato interamente ai DPI e all’art. 40 si legge: “Si intende per Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo”. La scelta dei DPI rappresenta un momento essenziale per il settore sanitario, dove non si può ovviamente eliminare il rischio specifico (biologico, ndr), ma occorre fronteggiarlo con opportune barriere fisiche (i DPI appunto) e comportamentali ossia le procedure.

La Regione Piemonte, nell’ambito della revisione del Sistema informativo dei Dipartimenti di Prevenzione delle Asl piemontesi (Dgr del 26/28793 del 29/11/1999), ha ritenuto opportuno promuovere nuovi strumenti per diffondere le conoscenze acquisite dai vari operatori preposti alla prevenzione in materia di sicurezza sanitaria negli ambienti di lavoro. A questo riguardo l’affermazione di internet costituisce per la capitale subalpina una grande opportunità per lo scambio delle informazioni, tant’è che il Progetto “Sicuri di essere Sicuri” (che fa parte di una sezione tematica all’interno del sito ufficiale regionale) ha assunto una sua particolare valenza.

La Direzione Sanità Pubblica e il Settore Prevenzione Sanitaria in ambienti di vita e di lavoro si sono posti alcuni importanti obiettivi, quali il contribuire allo sviluppo della cultura alla sicurezza sul lavoro attraverso una efficace azione di informazione; migliorare l’omogeneità delle procedure amministrative e della modulistica utilizzate dagli SPreSAL piemontesi; attivare il raccordo e la collaborazione previsti dal Dlgs 626/94 tra la Regione, gli organismi di vigilanza territoriali, i Ministeri competenti, l’Inail, l’Inps, l’Ispsel, i Comitati Paritetici, l’Ispettorato del Lavoro e altri enti pubblici interessati; fornire in tempo reale tutte le informazioni di interesse ai diversi “soggetti della prevenzione”: norme, circolari, linee guida, materiale informativo, giurisprudenza, novità legislative, elenco titoli norme Uni, etc.; adeguare il servizio pubblico ai nuovi sistemi di relazione con l’utenza promuovendo anche l’omogeneità delle risposte delle Asl a simili quesiti attraverso l’interscambio di pareri, modelli, comunicazioni; agevolare l’informazione e l’assistenza da parte dei soggetti della P.A. nei confronti dell’utenza; far emergere e valorizzare singole esperienze di carattere formativo ed informativo, anche con l’uso di strumenti telematici, maturate da operatori delle Asl piemontesi; dare visibilità alle attività avviate dalla direzione Sanità Pubblica in materia di igiene e sicurezza sul lavoro; mettere a disposizione di tutti i soggetti pubblici e privati uno strumento affidabile di aggiornamento normativo e giurisprudenziale e di informazione tecnica.

Gli infortuni sul lavoro. Una incidenza in diminuzione

Secondo il Rapporto annuale regionale 2007 i morti sul lavoro sono stati 105 e circa 73.000 gli infortuni, presentato dal direttore regionale Inail, Pietro Spadafora il quale ha inoltre evidenziato il trend decrescente di medio periodo dei dati relativi all’andamento infortunistico del 2007 (-11% dall’inizio del decennio) e la diminuzione degli infortuni mortali, con un calo di circa un terzo dall’inizio del decennio. In particolare 73.108 sono state le denunce di infortuni registrati in Piemonte nel 2007, ossia 934 in meno rispetto all’anno precedente, pari ad una flessione dell’1,26%. Tale dato si inserisce in una tendenza di medio periodo che, fra il 2002 e il 2007, ha visto diminuire il numero degli infortuni denunciato di quasi l’11%. In sostanza, nel 2007 si sono verificati 26,08 infortuni ogni 1.000 addetti, contro una media nazionale di 30,79.

La quasi totalità degli infortuni (90%) riguarda il settore dell’industria e dei servizi, (agricoltura (7%), incidenti stradali (14%) con un incremento del 5,4% rispetto al 2006, di cui la maggior parte riguarda gli incidenti in itinere. “In Piemonte – ha spiegato Onofrio Di Gennaro, illustrando il Rapporto – l’evoluzione nel 2007 si colloca in un contesto socio-economico generalmente positivo. Il Pil in Piemonte nel 2007 ha presentato un andamento espansivo (+1,4%), sostanzialmente allineato alla dinamica nazionale e l’andamento della produzione manifatturiera ha proseguito la dinamica espansiva iniziata nel 2005. L’andamento occupazionale ha continuato a manifestare una crescita nella media annua, anche se in rallentamento rispetto agli anni scorsi”. Il Piemonte è la sesta Regione per il numero di imprenditori stranieri, pari quasi al 5% del totale regionale. “Il numero dei lavoratori stranieri sono oltre 200 mila (una percentuale del 12,50% di quelli assicurati all’Inail), mentre si registra una flessione degli infortuni a livello generale – ha commentato Di Gennaro – il trend che interessa i lavoratori stranieri invece è in aumento. Il 15% del totale di infortuni denunciati riguarda le persone straniere, stessa percentuale rispetto ai casi mortali”. Per quanto riguarda le malattie professionali non è purtroppo facile stabilire il nesso fra malattia e lavoro, ma secondo dati assoluti, la più ricorrente è la sordità, e sempre più numerose sembrano essere le malattie relative a disturbi muscolo-scheletrici e tumori di origine professionale.

Breve commento sulle patologie causate dall’esposizione ai manufatti asbestosi

Per quanto riguarda l’esposizione (anche se non prolungata) all’amianto, si possono manifestare l’asbestosi polmonare e il mesotelioma pleurico o peritoneale. Si manifesta per esposizioni medio-alte in cui esiste una stretta relazione tra “dose” asbesto inalata e “risposta” dell’organismo, quindi tipica di una esposizione professionale. Insorge dopo un periodo di molti anni, inizia in modo graduale e può inoltre essere complicata da infezioni; nel secondo caso si tratta di un tumore fortemente associato alla esposizione a fibre di amianto, a anche a basse dosi.

Benché siano noti casi eccezionali con latenza inferiore a 10 anni le casistiche più rappresentative mostrano come il mesotelioma si manifesti abitualmente a partire dal 15°-20° anno dall’inizio dell’esposizione sino a 20-40 anni, soprattutto per il mesotelioma pleurico, ancorché associato a tabagismo. Sul campo delle terapie si sta facendo qualche passo avanti. Come ha riferito Luciano Mutti, primario di Medicina dell’Azienda ospedaliera di Vercelli: “Negli ultimi anni si stanno sviluppando alcune interessanti linee di ricerca che ci permettono di dire ai nuovi pazienti che si comincia un percorso che tra le terapie classiche e sperimentali consente di dare qualche speranza di cura: abbiamo per esempio un paziente del 2004 ancora vivo, mentre la prognosi solitamente varia tra i 12 e i 18 mesi”.

Sistema di Sorveglianza Passi – Rapporto regionale 2007

Il Progetto PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) è un sistema di sorveglianza che ha l’obiettivo di verificare direttamente le percezioni dei cittadini riguardo alla salute, agli stili di vita e agli interventi di prevenzione. È promosso dai Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, e coordinato dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’Istituto Superiore di Sanità. Il progetto, che ha avuto l’adesione di tutte le Asl del Piemonte, è condiviso a livello nazionale e inserito in un network internazionale, costituisce uno strumento fondamentale per impostare o correggere gli interventi di prevenzione perché fornisce metodi e strumenti per la conoscenza del territorio e della percezione delle persone. Il Rapporto regionale 2007 è il primo report basato sul progetto di sorveglianza PASSI, e i dati si riferiscono al primo semestre di attività delle Aziende sanitarie (vedi: Report 2007 Regione Piemonte).


Europa - The European Union On-Line   Società Scientifica Registrata Ministero della Salute - ECM n. 5607
A cura della Redazione Scientifica di SIAECM - 2009
© S.I.A.E.C.M.  All rights reserved


Edited & Powered by A1 ITT Digital Strategisit