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29-Gennaio-2009

OPG di Castiglione delle Stiviere: PSICOPATOLOGIA, GENERE E CERVELLO

Atti del Congresso


- Mario GUAZZELLI, Professore di Psicologia clinica, Università di Pisa

Se ci volgiamo a guardare il contributo della psicopatologia sulla questione del genere non si può trascurare il pensiero di Sigmund Freud che agli inizi del Novecento ha riflettuto sulla costruzione dell’identità femminile in modo paradigmatico per tutto il secolo. Egli ha infatti introdotto il concetto del “diventar donna” che nella sua ricostruzione è un processo molto più complesso di quello maschile, in quanto deve spostarsi dal suo primo oggetto d’amore, la madre, al padre e sulla via di questo abbandono deve elaborare vissuti ed esperienze come quelle della rivalità e della competizione, del
sentimento di frustrazione per essere state fatte donne e non uomini, per non possedere insomma il pene.

Lo sviluppo del narcisismo, la considerazione cioè del proprio corpo come un oggetto sessuale, un oggetto del desiderio, incontra molti più ostacoli in quanto deve fare i conti con una serie di mutamenti ciclici e di più lungo termine che lo riguardano, come ad esempio il menarca, il ciclo mestruale, la gravidanza ed infine la menopausa. Tutti questi cambiamenti rendono molto più vulnerabile il rapporto con il proprio corpo e di conseguenza più fragile l’identità femminile. Nella clinica si osserva nelle donne una incidenza doppia di depressione e di disturbi d’ansia. La vecchia categoria dell’isteria oggi
confluita nel più ampio raggruppamento dei disturbi somatoformi interessa con netta prevalenza il sesso femminile (rapporto F : M 5-20: 1).

Anche i disturbi della condotta alimentare affliggono più frequentemente le donne con un rapporto di 10:1 per la anoressia nervosa e addirittura di 30:1 per la bulimia nervosa.

D’altra parte anche dal fronte delle neuroscienze giungono nuove evidenze per quanto riguarda la considerazioni della neurofisiologia femminile, se un tempo un classico argomento per la discriminazione delle donne era quello della minore dimensione del loro cervello, ora invece gli studi di risonanza magnetica e, in genere tutti i metodi di brain imaging, puntano il dito sul ruolo dell’assetto ormonale sul funzionamento del cervello, sul suo equilibrio affettivo. Sembra allora che anche in medicina inizi a farsi spazio una nuova concezione della donna più attenta alle sue specificità fisiologiche, non solo limitata alla semplice considerazione ponderale e non più polarizzata verso una considerazione della salute femminile intesa in prima istanza come salute riproduttiva. La medicina di genere non sarà d’ora innanzi solo la ginecologia e l’ostetricia, ma partendo dal sapere sul cervello e sui suoi rapporti con il corpo, promette di diventare medicina di genere in tutte le sue specialità.


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Immagine:

Edvard Munch
12 dic. 1863, Løten, Norvegia
23 gen 1944, Ekely, Oslo

1899-1900 The Dead Mother
Oil on canvas, 39 3/8 x 35 3/8 in
Kunsthalle, Bremen

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